"Il libro non è la sua carta, come ben sanno i compratori di libri digitali. Non è neppure il prodotto di un editore che ha comprato i diritti da un autore. Il libro non è neppure l’ultimo anello di una catena di montaggio.
«Il libro è un motivo di aggregazione per le persone che lo apprezzano» dice Clay Shirky, autore di Cognitive Surplus. Gli autori lo sanno: una volta che hanno pubblicato il loro libro prende a vivere una vita propria, o meglio riceve il soffio di vita che i lettori gli riconoscono.
È sempre stato così, in un certo senso: ma la tecnologia cartacea consentiva agli editori di controllare la produzione e la gestione del diritto d’autore; mentre il contesto digitale separa ogni funzione tradizionale, ridistribuendo oneri, onori e valori.
Con il passaggio dalla tecnologia tipografica a quella digitale, la filiera produttiva del libro si libera da alcuni vincoli industriali e si riconfigura."
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Di Luca De Biase: Scienza delle conseguenze